L’Europa è scossa da uno scandalo di corruzione. Lo hanno ribattezzato Qatargate e coinvolge diversi capi del Parlamento Ue.
Secondo le indagini belghe sarebbero molti gli esponenti del Parlamento, tra cui alcuni italiani, che sono stati pagati dal Qatar per influenzare la politica del Vecchio Continente a favore degli emirati. Le accuse contro i politici europei sono così pesanti da aver spinto Paolo Gentiloni, commissario dell’Economia ad affermare che il Qatargate potrebbe rappresentare uno dei peggiori scandali della storia del Parlamento europeo. La notizia si è diffusa e ha fatto scandalo perché i Mondiali di calcio ormai quasi al termine si stanno svolgendo proprio nel Paese arabo. Il Mondiale ha scatenato numerose polemiche, tra cui numerose denunce per i migliaia di morti sul luogo di lavoro, operai impegnati a realizzare gli impianti.
I politici coinvolti nel Qatargate
Tutto è cominciato il 10 dicembre 2022 quando è stata resa nota la perquisizione federale belga e l’arresto di quattro persone. Tra loro ci sono la vicepresidente greca del Parlamento europeo Eva Kaili e l’ex europarlamentare italiano Antonio Panzeri. Entrambi questi politici hanno precedentemente militato nei partiti Socialisti e Democratici. In particolare, il secondo è stato esponente di Articolo 1 di Roberto Speranza e Pierluigi Bersani e prima del Pd. Sono stati arrestati anche Niccolò Figà-Talamanca, segretario generale della ong No Peace Without Justice, vicina ai Radicali italiani e Francesco Giorgi, compagno di Kaili nonché assistente deputato del dem Andrea Cozzolino.
Poi numerose altre persone sono state interrogate e trattenute, con perquisizioni negli uffici e nelle case (come la moglie e la figlia di Panzeri). Anche Marc Tarabella, eurodeputato belga con origini italiane così come l’ufficio di Giuseppe Meroni sono sospettati.
Altri sospettati l’italo-belga Maria Arena mentre Pietro Bartolo, ex medico di Lampedusa, si è dimesso da relatore ombra del fascicolo della commissione Libertà civili in merito alla liberalizzazione dei visti e Cozzolino ha invece rassegnato le dimissioni dall’incarico di coordinatore del gruppo per le urgenze dei Socialisti.
Le accuse
La Procura belga sospetta che alcuni parlamentari abbiano versato ingenti somme di denaro o ricevuto ingenti doni per influenzare decisioni politiche sul Qatar. Pertanto, le accuse formali accuse formali sono di corruzione, associazione a delinquere e riciclaggio.
Migliaia di euro in contanti sono stati trovati durante le indagini della Procura Federale Belga presso gli uffici del Parlamento Europeo e nelle abitazioni delle persone coinvolte. Per quanto riguarda Kaili, durante le perquisizioni, sono stati trovati 750 mila di euro in contanti in tagli da 20 e 50 euro. Di questi, 150 mila di euro erano a casa dell’eurodeputata e 600 mila erano in una valigia del padre. I beni di Kaili, inclusi i suoi conti bancari, proprietà, attività commerciali e qualsiasi altra attività finanziaria sono stati congelati dalla Procura. Una somma di poco inferiore a quella trovata in possesso di Panzeri e della sua famiglia in Lombardia (Bergamo), dove sono stati sequestrati 17 mila euro. Nella sua abitazione di Bruxelles erano già stati scoperti altri 500 mila euro. Inoltre, i suoi familiari stretti ed estesi sono intrappolati dal congelamento.
Le possibile conseguenze delle indagini
Sebbene dalle carte dell’accusa non sia ancora chiaro, sembra che nell’inchiesta belga sia coinvolto anche il Marocco, che avrebbe influenzato i vertici politici europei per ragioni simili a quelle del Qatar. La presidente Metsola ha dichiarato che il Parlamento europeo interverrà con veemenza per evitare danni alla reputazione dell’Istituzione. Il primo passo potrebbe essere quello di inasprire le regole che regolano la trasparenza e i rapporti con lobby, oggi più permissivi. Attualmente esiste una proposta del 2021 che prevede la creazione di un’agenzia interna agli UE per garantire la trasparenza.